Proibizionismo si, Proibizionismo no!

Per una volta non sono d’accordo con Cotroneo che nel suo articolo del 1 agosto giudica  grossomodo positivamente l’iniziativa del sindaco di Milano che costituisce a suo dire “un giro di vite, perlomeno simbolico” sull’uso dell’alcol da parte degli adolescenti.
Preoccupa moltissimo anche me che siano sempre più i ragazzi che fanno abuso di alcolici ma ho almeno due dubbi:

  • l’abuso di alcol da parte giovani sempre più giovani è il campanello di allarme di un disagio sociale. Si può risolvere l’emergenza staccando il campanello? Non vorrei fare il moralista ma non potrebbe essere che questi adolescenti sono un po troppo lasciati in balia di se stessi senza guide ne punti di riferimento?
  • il fascino del proibito è sempre stato grandissimo e non so quanti di quelli che hanno almeno provato uno spinello non l’abbiano fatto sotto questa spinta. Non c’è il rischio di ottenere l’effetto contrario?

Per carità non penso di avere in tasca la soluzione e forse il merito della Moratti è stato quello di mettere il problema sotto il riflettore. Ma purtroppo affrontare problemi così grandi con soluzioni così “semplici” a me puzza sempre di demagogia!

La crisi morale

Devo ringraziare Davide per il video sui fanghi versati in mare ad Ischia, postato qui da cui sono risalito all’ articolo di Massimo Gramellini su “la stampa” che vorrei aver scritto io, tanto sono d’accordo con la sua lucida analisi e che non posso fare a meno di pubblicare per intero:
Cosa spinge sessanta albergatori di un’isola incantata a svuotare le fogne direttamente in mare, davanti a una delle spiagge più belle, ammorbando la natura che dà loro lavoro e benessere? Nel gesto atroce e autolesionista degli inquinatori di Ischia si ritrova una sintesi dei tre fattori che rappresentano la fotografia della crisi morale italiana.
Il primo è l’ignoranza: si usa il mare da pattumiera come se fosse il pozzo dell’oblio e le onde avessero il potere di dissolvere l’immondizia o di trascinarla in un altrove che non ci riguarda e di cui non saremo noi a pagare le conseguenze.
Il secondo fattore è l’idea che ciò che appartiene a tutti in realtà non appartenga a nessuno
. L’Italia è il Paese dove i cessi privati sono splendenti come musei e i musei pubblici sporchi come cessi. Lo Stato non siamo mai noi, ma Loro, un’entità astratta e tendenzialmente nemica che ha il volto della politica e il solo scopo di portarci via i soldi attraverso multe e tasse.
Il terzo fattore, a mio avviso il più grave, è la morte del futuro. Ne parlo spesso, forse per esorcizzarla. Ma in quei sessanta albergatori che per risparmiare il costo di uno smaltimento corretto dei rifiuti accettano il rischio di inquinare i luoghi nei quali vivono e sulla cui bellezza campano, vedo la mentalità diffusa di chi considera domattina l’ultimo orizzonte immaginabile della propria vita. E pur di far quadrare i conti della settimana è disposto a pregiudicare quelli dei figli e dei nipoti.
p.s. la trasmissione (e l’articolo) sono del 9 Giugno 2009!!!

Lasciateci morire in pace!

sposi

Personalmente non credo che esista altra vita al di là di quella che viviamo qui e adesso e che l’entità peppino capobianchi con tutti i suoi affetti, i suoi ricordi, i suoi interessi, smetterà di esistere quando il cuore e/o prima ancora il cervello smetteranno di funzionare. Niente seconda vita, niente reincarnazione, niente paradiso e niente inferno (peccato perché mi sarebbe piaciuto vederci certe persone…)
Per questi motivi per me la vita e la morte sono cose uniche e profondamente serie e non vi nascondo che l’idea della morte, in questa prospettiva, non è assolutamente divertente.
Trovo invece difficoltà a capire l’attaccamento alla vita delle persone che credono nell’aldilà, che credono che dopo questa vita ci sia il premio eterno… Continua a leggere

Commento sui… commenti

Cari amici,
vi ringrazio come sempre per l’attenzione che prestate a procidaniuse. Sono però costretto ogni tanto a ricordare a qualcuno (fortunatamente casi isolati) che la convivenza e la democrazia si basano sul rispetto dell’altro, di qualsiasi colore di pelle e/o di credo politico, e censuro e censurerò sempre i commenti (anche se con i ritardi dovuti ai miei impegni) offensivi nei confronti di chiunque.
Procidaniuse vuole essere un terreno di dialogo e non ci può essere dialogo se non c’è rispetto.
buon proseguimenti a tutti
pc

Il potere del dialogo

Salvatore Costagliola (non a caso detto ‘o filosofo) ci invia questa riflessione sul dialogo
Il sapere di non sapere

Qual’è la verità?
Secondo l’interpretazione di base di Giannantoni, da cui dipende la sua visione complessiva del pensiero socratico, il dialogo stesso è metodo di ricerca ed insieme “sommo bene” , poiché esso presuppone, s’identifica nella sua traduzione in atto, con il principio etico del rispetto per l’interlocutore. Continua a leggere

Siamo pronti per la differenziata?

Approfittando della felice congiuntura che attraversa procidaniuse che vede una discreta partecipazione di attori (commentatori) e spettatori (lettori) Vorrei introdurre un argomento che mi sta molto a cuore e che vede l’un contro l’altri armati l’amministrazione e i cittadini che fanno capo al coordinamento cittadinanza attiva.
La domanda è la seguente: Siamo pronti per la differenziata? O meglio Di chi è la colpa se non è partita ancora la raccolta differenziata Integrata porta a porta a Procida?
Per parlare di questo argomento mi servirò di quello che ho imparato in questi mesi di pellegrinaggi tra centri di raccolta e convegni sull’argomento e dell’esperienza diretta di anni in vico II Principe Umberto. Continua a leggere